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Stato comatoso.

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Tu non sai, 

e nel mentre non puoi.
 
E quando, o se sai,
il fare tuo non serve.
 
Bianco, fermo, 
occhi che guardano 
senza vedere. 
 
Mani gonfie, vissute,
corpo inconscio 
e non più tuo.

 

 Gais - 10/05/2014 02:19:00 [ leggi altri commenti di Gais » ]

*extracorporale

 Gais - 10/05/2014 01:44:00 [ leggi altri commenti di Gais » ]

Caro Lorenzo, hai ragione; il Fare è nostro servitore e "l’uomo non esiste che nella misura in cui si realizza" tramite le proprie azioni. Per Cristiana: il punto di vista usato è duplice, e nella duplicità si realizza l’unità della visione. È sia extracorpale, provando ad immaginare le sensazioni e descrivendo le condizioni di una persona in coma, e al contempo, diventa il proprio "occhio interiore",il vero protagonista. Come se le parole usate, in questo caso, per caratterizzare lo stato comatoso, potessero ricaderci addosso ed avere noi stessi l’impressione della immobilità e dell’essere presenti al mondo, senza esserlo infondo a noi stessi.

 cristiana fischer - 09/05/2014 23:14:00 [ leggi altri commenti di cristiana fischer » ]

il soggetto della poesia non è detto, manca, è ciò che manca nelle quattro tappe. è lo stato comatoso del titolo, ma cosa nasconde "stato comatoso"? osservare senza partecipare, osservare quasi extracorporale, quasi vuoto

 Lorenzo Mullon - 09/05/2014 09:04:00 [ leggi altri commenti di Lorenzo Mullon » ]

fantastico, proprio così, quando sai il tuo fare non serve
ma sai cosa ti dico, Fare è il nostro servitore, chissenefrega del mondo

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